Medici che curano in scienza, coscienza ed evidenza

05.09.2021 12:13
a cura di Cristina Rotoloni   
 

In questi giorni dove ormai l’inquisizione sembra essere divenuta una moda, dove chi è vaccinato accusa chi non è vaccinato e viceversa, in una assurda caccia alle streghe, e perdendo di vista l'obiettivo comune, c’è una realtà che fa sentire la sua voce: quella dei medici, operatori sanitari, collaboratori e avvocati che curano i malati in scienza e coscienza e ne difendono i loro diritti.

Parlo del comitato “Terapia domiciliare Covid-19”.

Mentre nella realtà mediatica, che si pronuncia con un solo scopo - a volte dichiarato, altre più subdolo ma evidente -, c’è chi manifesta a gran voce il proprio pensiero istigando i cittadini a dividersi, ci sono medici che restano in trincea, non salgono alla ribalta televisiva - al più si uniscono su un palco durante una serata di testimonianze - perché continuano a fare quello che hanno giurato: aiutare le persone in difficoltà. Loro restano sul campo e combattano con i propri pazienti il male che li spaventa.

Nonostante questa operosità - che va avanti da 18 mesi con brillanti successi - hanno ottenuto tre cose: il consenso e pieno appoggio da chi ha sperimentato sulla propria pelle o visto che le cure funzionano; l'indifferenza da parte di chi avrebbe dovuto ascoltarli; la censura dai vertici che dovrebbero collaborare per una risoluzione atta a debellare il Covid 19.

Perché si ha tanta paura di queste persone?

Non si spiega come mai il gruppo capitanato dall'avvocato Erich Grimaldi sia visto e vessato come un insieme di ciarlatani, come se le lauree e le esperienze di chi ne fa parte non contassero, mentre si accetta senza contestazione le affermazioni di volti ben più noti, che sembrano passare più tempo in programmi televisivi che al fianco di chi dichiarano di voler proteggere. La mia è forse un'opinione severa, ma ho imparato su me stessa che chi si preoccupa del prossimo gli sta vicino e si sporca le mani per aiutare, non lo fa dando indicazioni contraddittorie e fuorvianti, puntando il dito a destra e manca. Soprattutto non istiga la violenza.

Posso pensare che il problema della credibilità del Comitato nasca dal fatto che hanno usato un social come mezzo di comunicazione, ma in questo non vedo un difetto, bensì un modo intelligente di usare bene la tecnologia in un momento in cui la tempestività è tutto.

Io seguo le terapie da molto tempo, ho letto con trasporto le richieste di aiuto e ascoltato con i brividi l'esperienza diretta di chi ha guardato in faccia il mostro e che oggi è qui per poterlo raccontare. Fortuna, potreste dire. No, rispondo io. Semplicemente sono stati curati, non sono rimasti in vigile attesa. Ma andiamo per gradi.

Erich Grimaldi, presidente non solo di “Terapia domiciliare Covid-19”, ma anche di “UCDL – Unione per le cure, i diritti e la libertà”, ha inizialmente messo insieme una spicciolata di professionisti che non si conoscevano tra loro e che applicavano terapie mediche atte a curare il malato, invece di attendere l’evolvere dei sintomi. Con impegno, e con il tempo, il gruppo è cresciuto e si è arricchito, oltre che di dottori e operatori sanitari, anche di moderatori e collaboratori; tutte figure capaci di seguire il corso della malattia dal primo sospetto alla riabilitazione, incluso l'aiuto psicologico a qualunque tipo di sostegno – psichico e fisico- sia necessario.

Il tutto a titolo GRATUITO.

Perdonatemi se lo scrivo a lettere cubitali, non voglio gridare, ma è il caso di evidenziare questa cosa importante.

 

Il gruppo ha seguito i propri pazienti a ogni ora del giorno e della notte, dando piena disponibilità anche nei festivi. Molti di loro a Natale erano virtualmente a stringere le mani di chi soffriva e non a banchettare in famiglia come ci si potrebbe aspettare. Eppure, nonostante i comprovati successi, sono ancora additati come se fossero dei saccenti stregoni. 

Ogni qualvolta dimostrano che il loro operato funziona, la controparte grida all’eresia. Ma poi, perché esiste una controparte come se ci fosse una guerra in corso su chi fa più bella figura? Lo scopo non è curare i malati dal Covid-19?

Tuttavia, in passato, al senato stavano prendendo in considerazione le loro terapie con lo scopo di applicarle, per poi ignorarli successivamente senza una motivazione. Ad oggi, che io sappia, non si conosce il perché di questo cambio di rotta.

Se siamo onesti, non esistono studi che attestino che la vigilante attesa e il paracetamolo funzionino contro il Covid-19, ma possiamo dire che questo approccio verso la malattia si sia rivelato inadeguato poiché molti pazienti si sono aggravati. È logico che ciò è una mia deduzione, vedendo le notizie fornite dagli enti ufficiali, ma credo che a questo punto tutti si possano porre una semplice domanda: Se l’attesa e la Tachipirina funzionassero non avremmo avuto così tanti ricoveri gravi, quindi, perché non considerare altri farmaci e per lo più presenti nelle case di quasi tutti i cittadini - anche se proposti da un Comitato di medici esterni a quelli famosi?

Non so voi, ma io non amo attendere di vedere come una malattia progredisce, preferisco curarla subito e fermarla prima che diventi un problema serio. Non è che se una persona sta affogando noi restiamo a guardarla dicendogli: Prendi una pasticcca per il mal di mare e vediamo se resti a galla, nel caso sparisci per più di tre minuti sott'acqua ti vengo a prendere

Di certo Lo staff di “Terapia domiciliare Covid-19” non resta a guardare, si getta in mare per salvarti. 

Questo non vuol dire che tutti i loro pazienti affrontino il virus senza difficoltà, complicazioni o che siano dei miracolati. Vuol dire che non vengono lasciati soli e aiutati a fronteggiare la malattia sin da subito. Ogni cura va in base all'individuo trattato e al suo quadro clinico. Alle reazioni, alle tempistiche con cui si interviene, quello che conta, però, è che una moltitudine di persone guarite attestano che curare il Covid si può, perché "Terapia domiciliare Covid-19" lo sta facendo. E se vogliamo essere precisi, è l'Aifa stessa a dire che la cura esiste, e anche l’Ema ha affermato che entro ottobre avremo 5 nuovi protocolli terapeutici. Saranno forse cure diverse da quelle applicate dal Comitato, ma questo non vuol dire che l’una sia meno valida dell’altra, ma che in una ardua battaglia possiamo attaccare il nemico su più fronti.

Quindi mi chiedo: Perché osteggiare le possibilità che abbiamo se stiamo combattendo la stessa guerra?

Un'altra cosa importante. In questa folle corsa nell'etichettare le persone senza più vedere le cose in modo razionale e a volte empatico, loro sono una voce fuori dal coro perché curano i malati di Covid-19 indipendentemente se vaccinati o no, se italiani o no, se cristiani o no, se alti, bassi e potrei andare avanti a oltranza. Semplicemente rispettano il giuramento di Ippocrate.

Di nuovo mi pongo delle domande: Se lo scopo è fermare questo male che sta divorando non solo i corpi delle persone, ma anche le loro anime, perché si perde di vista il prossimo e l'unione? Perché continuare a bistrattare chi sta facendo del suo per aiutare e che in quasi due anni non ha mai smesso di operare sul campo salvando vite e alleggerendo la precaria situazione sanitaria che stava già scontando le ristrettezze dei molti tagli che aveva subito?

Sinceramente non lo capisco, informarsi non è difficile. Siamo persone capaci di ragionare e non comprendo come dei medicinali accessibili a tutti, con costi ridotti, di cui conosciamo già gli effetti collaterali e che si possono adattare alle singole patologie dei pazienti, non possano essere usati.

I medici studiano la soluzione giusta su ogni singolo individuo, in modo da seguire una cura non sperimentale, ma valutata e ben calcolata sulle persone. Sarebbe soltanto un in più al vaccino e permetterebbe di avere meno paura; anche perché i vaccinati si ammalano come i non vaccini, quindi si ha bisogno di qualche cura che affianchi le persone malate.

Io penso che lo scopo sia aiutare la gente ad affrontare il Covid, e poiché nessuno di noi ha la verità assoluta in tasca, ogni metodo atto a risolvere questo problema sia utile. Soprattutto se comprovato come questo. La guerra non dovrebbe essere contro le cure al plasma o al comitato “Terapia domiciliare Covid-19”, ma contro il virus.

Dovremmo smetterla di fare una battaglia all'ultimo sangue contro gli alleati e gioire perché si ha un’arma in più per fronteggiare il problema di tutti.

 

Alla fine di questo mio articolo vi riporto il link dell’Aifa e quelli del Comitato affinché non dobbiate fidarvi di me, ma possiate ascoltare con le vostre orecchie, leggere con i vostri occhi e tirare le vostre conclusioni.

Oltre a invitarvi a conoscerli senza pregiudizi, vi faccio un'altra preghiera: nei momenti di difficoltà ricordiamoci che è l'unione a fare la forza, mentre il male comune è il Covid-19, non il nostro vicino; indipendentemente che sia vaccinato o no, se la pensa come noi oppure no. 

Buona vita e speriamo di riuscire ad arginare questo virus.

Vi saluto con affetto.

Cristina

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